Ci sono gare di auto nate tanto tempo fa alle quali siamo abituati perché ancora oggi praticate, come ad esempio il Gran Premio di Formula Uno e la 24h di Le Mans. Ci sono poi gare che sono esistite in passato e oggi dimenticate e infine, ci sono gare che, nonostante siano durate pochi anni, hanno lasciato il segno. È questo il caso della 1000 Miglia, quasi con certezza la più bella corsa automobilistica di tutti i tempi. C’è qualcosa di elettrizzante nell’aria di questa domenica primaverile, qualcosa capace di toccare il cuore di chi ha dentro la passione per le auto.
Rumori meravigliosi, prodotti dagli scarichi di affascinanti creature a quattro ruote che si lasciano dietro una particolare scia di profumo, un odore pungente, misto di olio e benzina bruciati. Sfilano così, con l’eleganza di una bella donna, alcune tra le auto più belle mai costruite, veri e propri tesori su ruote. Difficile rimanere lucidi in tale situazione, per lo più incantati come bambini a guardare le auto che passano; ma non è questo il nostro compito, o meglio, non solo.
Prese le posizioni strategiche in Piazza dei Miracoli a Pisa e a Cascina, vi mostriamo cosa abbiamo immortalato in questa magnifica gara. Visto che è la prima volta, per noi che scriviamo, che ci dedichiamo a questo evento, ci sembra giusto raccontare cosa era questa intrepida corsa. Correva l’anno 1926 quando quattro appassionati di motori idearono tale competizione automobilistica. Si trattava del Conte Aymo Maggi di Gardella, del Conte Franco Mazzotti, dell’ex pilota Renzo Castagneto e del giornalista Giovanni Canestrini.
Tutti e quattro di origini bresciane, quasi per capriccio, inventarono tale gara in reazione alla mancata assegnazione del Gran Premio d’Italia alla città di Brescia. La loro idea prevedeva un percorso che andava da Brescia a Roma e ritorno, per un totale di 1600 km, l’equivalente di 1000 miglia, da dove il nome della gara. Il 26 marzo del 1927 prende il via la prima edizione, che vede vincitori Ferdinando Minoia e Giuseppe Morandi su una OM che completò il percorso in 21 ore.
Il record assoluto della gara spetta a Sir Stirling Moss che nel 1955 portò a termine la corsa in 10 ore e 8 minuti a bordo di una Mercedes-Benz 300 SLR, la mitica numero 722. Ventiquattro furono le edizioni della gara, durante le quali si sono intrecciate storie di uomini coraggiosi, assi del volante come Tazio Nuvolari, Achille Varzi, Nino Farina, Alberto Ascari, Stirling Moss, Juan Manuel Fangio e molti altri che si sono sfidati ai limiti dell’umano su strade aperte al traffico.
Non era per niente una passeggiata, si correva senza soste, spingendo sempre al massimo per tutti quei chilometri, attraverso campagne e città, montagne e strade costiere, sia di giorno che di notte, su asfalto e talvolta su sterrato, facendo affidamento sul caffè per restare lucidi e sulle capacità del navigatore per evitare i costanti pericoli. Fu nell’edizione del 1957 che avvenne l’evento che segnò la fine della corsa. A Guidizzolo, il pilota spagnolo Alfonso de Portago, a seguito dello scoppio di uno pneumatico, perse il controllo della sua Ferrari lanciata a circa 300 km/h che finì sulla folla causando la morte di nove spettatori, tra cui cinque bambini, dello stesso pilota e del suo navigatore.
Il Governo italiano decretò così la fine della Mille Miglia. Ciò che rimane oggi è una gara di regolarità, la velocità media del percorso non deve superare i 50 km/h, i concorrenti devono rispettare il codice della strada. L’emozione e l’adrenalina che erano presenti all’epoca sono sicuramente lontane ma rimane comunque l’atmosfera generale. I concorrenti sono per la maggior parte dei personaggi immersi completamente nella parte, tanti alla guida di auto spider o barchette, indossano le cuffiette di pelle, tute da pilota dell’epoca e guantini da guida.
Di forte impatto è lo scenario di Piazza dei Miracoli, gli stessi piloti, soprattutto quelli stranieri, rimangono affascinati dal passaggio nella piazza di fama mondiale, tanto da soffermarsi a scattare una foto ricordo con i loro smartphone. Il contatto con il pubblico è forte, quasi tutti passano con il vetro aperto e battono il cinque agli spettatori bordo strada.
Chi guida le bellissime Mercedes 300 SL addirittura apre le portiere ad ali di gabbiano lasciando a bocca aperta grandi e piccoli. Non manca i concorrenti che da dietro arrivano in ritardo con il cronometro e strombazzano per farsi spazio mandando su di giri il rumorosissimo motore della propria auto e lasciando un po’ di gomma per terra.
Non mancano nemmeno bellissime super car moderne che sono inserite nella sfilata. Ferrari 458 Speciale, LaFerrari, la Enzo, la Mercedes GT-AMG, la Mercedes SLS, la Mercedes SLR e altri gioielli di tale portata passano veloci lungo il percorso.
A tutti gli spettatori viene sicuramente la voglia di partecipare da protagonista a questo evento e per chi non lo sapesse, tra i requisiti per la partecipazione vi sono: possedere una vettura prodotta dal 1927 al 1957 e soprattutto pagare la tassa di iscrizione di ben 7000 euro iva esclusa! Si stringe quindi il cerchio dei pochi possibili fortunati.
Ormai siamo arrivati al tardo pomeriggio, passano le ultime delle oltre 450 auto iscritte portandosi dietro quella scia antica di cui abbiamo parlato prima, direzione Brescia. Come per noi anche per la folla che si disperde termina il tuffo nel passato di questa gloriosa e spettacolare corsa automobilistica.
Testo: Leonardo Stefani
Foto: Edoardo Mascalchi, Marco Dellisanti