Bellissimo tramonto, luci calde, Edoardo è pronto ad immortalare dettagli e ritratti con tutta l’attrezzatura necessaria. La modella questa volta è tutta italiana, porta sulla sua calandra triangolare uno di quei loghi che fanno invidia in tutto il mondo. Alfa Romeo.
Un marchio che rappresenta molto in campo automobilistico: eccellenza, innovazione ma soprattutto sportività. Siamo di fronte ad una Giulietta, nome riproposto per la terza volta su una creatura del biscione. E’ veramente all’altezza dello stemma? Non vi nascondo il mio amore nei confronti del marchio Alfa, una parte di me è un po alfista, quindi come per tutti gli alfisti il mio amore termina con la 75.
La risposta da nostalgico è quindi no… ma per quanto riguarda i contenuti necessari a competere sul mercato di oggi è sicuramente un’auto estremamente valida. Vediamola innanzi tutto dal punto di vista del vero alfista, punto di vista quindi estremamente esigente ed attento a certi dettagli, soprattutto tecnici che non devono mancare su una vera auto del biscione. “Giulietta” è il nome che è comparso per la prima volta nel 1955 su una berlina media di casa Alfa Romeo, la prima ad aprire le porte alla produzione di massa per l’azienda Milanese.
Fu un’auto estremamente veloce per l’epoca, ambitissima e di grande successo. Henry Ford, uno che di auto se ne intendeva, si toglieva tanto di cappello quando ne vedeva passare una. Il nome venne riproposto nel 1977 sempre per una berlina di classe media, una vera Alfa Romeo, veloce e bella da guidare, cattiva nelle versioni 1.8 e 2.0, cattivissima nella versione turbo Autodelta.
Erano tempi in cui per andare dietro ad un’Alfa Romeo, rimanendo nella stessa categoria, ci voleva un’Alfa Romeo. Cosa è che le caratterizzava? Moltissime cose, la prima era la trazione posteriore. Gli appassionati storcono già il naso quando sentono parlare di anteriore, come nel caso della Giulietta di oggi.
La seconda è il motore. Vi è mai capitato di sentire anche girare al minimo il motore bialbero delle Alfa fino a metà anni 80? Già al minimo è arrabbiato, pare un leone che ruggisce “sottovoce”, prima di passare all’attacco un rumore pieno, profondo. Le Alfa Romeo vanno a benzina, non a gasolio. Ci sono poi altre caratteristiche di cui parlare ma già queste al giorno d’oggi, per gli standard richiesti, sono difficilmente raggiungibili.
La Giulietta che abbiamo davanti non le ha. La trazione è sulle ruote anteriori e il motore al minimo non “ruggisce” per nulla, mantiene quella tonalità opaca dei moderni motori a gasolio, ottimi se ci basiamo sul rapporto consumo/prestazioni ma decisamente poco emozionanti. Vediamola quindi in chiave attuale e lasciando da parte la nostalgia.
La Giulietta odierna si inserisce in un mercato altamente competitivo, dove a fare da padrona è la Volkswagen Golf, colosso inossidabile della categoria e punto di riferimento. Fin dal momento del lancio ha dimostrato di avere tutti i contenuti per competere e ce l’ha fatta. Ha tenuto la testa alta di fronte ad una concorrenza tanto agguerrita.
Il motivo del successo è sicuramente nella linea accattivante. La calandra triangolare dove convergono le nervature del cofano ha il suo fascino, la coda si rivela ugualmente riuscita con i gruppi ottici inconfondibili anche di notte.
Di tre quarti appare molto slanciata, filante ed aggressiva. Apprezzabile il dettaglio della maniglia posteriore inglobata nel montante, già presente su 147 e 156. La parentela con la più anonima Fiat Bravo è ben nascosta.
La versione del nostro shooting è una Exclusive, allestita con il bellissimo pacchetto QV Line che la rende esteticamente identica alla Quadrifoglio Verde.
Curatissimi gli interni, materiali di pregio sono usati in molte parti dell’abitacolo, i sedili sono perfetti e contengono benissimo il guidatore anche nell’uso più sportivo.
Il pacchetto QV Line offre il volante in pelle, battitacco con il logo del quadrifoglio, cerchi in lega da 18”, pedaliera e assetto sportivi, impianto frenante sportivo maggiorato con pinze rosse Brembo ed altri dettagli che la impreziosiscono e la fanno spiccare rispetto ad altre.
Il motore è un 2.0 da 175CV, non un record ma sicuramente più che all’altezza, non si rimane mai scontenti della spinta, peccato davvero per la trazione anteriore.
La Golf offre anche la possibilità di avere l’integrale e non avrebbe guastato per scaricare a terra cavalli e coppia. Il cambio non è un tradizionale manuale ma un TCT, il doppia frizione di casa Alfa Romeo, meglio sicuramente di un tradizionale automatico ma non poi velocissimo come ci si aspetterebbe.
Nel guidarla sicuramente si apprezza l’handling generale, l’assetto è abbastanza piatto, con un po’ di rollio inevitabile dovuto al baricentro non bassissimo e ad un assetto che comunque sia non si dimentica della schiena degli occupanti, come è giusto che sia su una vettura adatta anche a lunghe percorrenze.
Molto versatile il manettino DNA che con qualche intervento elettronico modifica il carattere della macchina rendendola adatta ad ogni situazione.
Infine i freni sono la parte migliore, a parte la bellezza estetica delle pinze Brembo che la rendono davvero sportiva esteriormente, si rivelano anche molto efficaci. In conclusione possiamo definirla una compatta al passo con i tempi.
Chi ricerca praticità, qualità ed ha anche qualche pretesa sportiva, sia in termini estetici che di guida trova in lei l’automobile giusta. Per noi nostalgici e appassionati di vere Alfa Romeo speriamo nel futuro. Voci di corridoio promettono molto riguardo la futura sorella maggiore, pronta a sfidare le tedesche ed anche lei probabilmente chiamata con un nome leggendario… Giulia…
Testo: Leonardo Stefani
Foto: Edoardo Mascalchi, Marco Dellisanti
Alfa Romeo Giulietta QV-Line 2.0 JTDM 175CV TCT:
Dati tecnici:
-Motore anteriore diesel
-Cilindrata 1956cm3
-Potenza 175 CV
-Coppia 350 Nm
-Trazione anteriore
-Cambio doppia frizione TCT
-Velocità massima 218 km/h
-Accelerazione 0-100 km/h 8.0s