Ci diamo appuntamento in una serata di questo agosto caldissimo a Pietrasanta. Splendida cittadina d’arte, a pochi chilometri dalle affollate spiagge versiliesi, al momento del nostro arrivo è intenta ad accogliere i bagnanti che dopo il mare hanno voglia di rilassarsi a fare un aperitivo nella bellissima Piazza Duomo. L’auto che stiamo aspettando si presterebbe bene a portarci a spasso tra locali alla moda, alla ricerca del posto più “in” per sorseggiare uno spritz o un buon prosecchino, tanto è giovanile e accattivante. Belle caratteristiche si, ma ci interessano il giusto. A maggior ragione se l’auto in questione è un’ icona della guida sportiva, una di quelle auto che sanno divertire non appena ci si mette al volante, soprattutto nella versione più spinta. Dimenticavo, si chiama Mini Cooper S!
Ci presentiamo a Simone, il proprietario di questa piccola belvetta, simpatico e scoppiettante come il doppio scarico centrale della Cooper S, si mette a raccontarci di quanto sia contento del suo acquisto. Ci spiega la lunga lista degli accessori Mini. Nonostante si tratti della S, quindi l’allestimento di punta, gli optional sono molteplici. Tra i più importanti di questo esemplare notiamo i bei cerchi da 17’, i fari xenon, e l’affascinante interno in pelle color terra cotta che si sposa perfettamente con il bianco crema della carrozzeria. E questo va bene per gli aperitivi.
Per quanto riguarda il piacere di guida è presente l’assetto sportivo, il tasto sport ed un differenziale autobloccante meccanico, optional irrinunciabile se si vuole sfruttare a pieno i 174 cv. Pochi mesi dopo l’uscita della nuova Mini abbiamo deciso di fare un servizio sulla precedente visto che, a parere mio, molte delle caratteristiche che dal 2001 erano rimaste intatte, almeno come sensazioni, stanno andando scomparendo. Dimensioni maggiori, la Mini attuale è grande quanto una Polo, passo più lungo di 3 cm, motori di grossa cilindrata nelle versioni S, e soprattutto circa 200 kg in più.
Queste modifiche, certamente volute per andare incontro alle esigenze di una clientela più ampia, hanno mutato il carattere originario della Mini che adesso non è più il divertente giocattolo, spesso scomodo, di prima, ma semplicemente l’entry level della gamma BMW. Un prodotto, quindi, sicuramente di altissima qualità, che mette da parte un po’ dell’animo giocoso e poco razionale che ha caratterizzato le Mini fino ad oggi, per competere sul mercato con utilitarie di lusso che offrono qualcosa in più in termini di praticità. Per citarne una l’Audi A1.
Già quando si sale su una nuova Mini si capisce che molto è cambiato. Il primo shock è non trovare il grande tachimetro al centro della plancia. Ok, nessuno legge mai la velocità su quella specie di orologio da parete, chi ha la Mini sa bene che si legge nel piccolo display inglobato nel contagiri dietro al volante, ma senza di lui manca qualcosa.
Ci si ritrova in un ambiente più austero, dominato dalla tipica sensazione di qualità delle tedesche ma sicuramente privo di quella spiccata personalità alla quale le Mini ci avevano abituati. In questo servizio vogliamo quindi continuare a giocare e abbiamo scelto di mettere dietro gli obiettivi una Cooper S del 2007.
Tasto start e via, ci avviamo verso le colline retrostanti Pietrasanta. Procedendo ad andatura turistica si apprezzano i comodissimi sedili in pelle e la maneggevolezza, sono simpatici inoltre i montanti del parabrezza praticamente verticali che fanno molto retrò ed offrono una buona visuale della strada circostante. L’unico difetto che riscontriamo in questa situazione è il raggio di sterzata davvero troppo ampio.
Da un’utilitaria così compatta ci si aspetterebbe di girare su se stessi, invece no, bisogna prendere la mano con un angolo di sterzo ridotto. La strada inizia a serpeggiare e la Mini inizia a salire vivace come poche, con il tasto sport inserito, la risposta del gas è fulminea, il servo sterzo elettrico riduce l’assistenza e dallo scarico escono scoppiettii in rilascio che mettono il sorriso sulla bocca di noi bambinoni.
La prima Mini, quella prodotta dal 1959 al 2000, era famosa per essere un go kart da strada, sterzo praticamente diretto e assetto piattissimo. Anche lei non fa eccezione e regala quelle sensazioni che sapeva regalare la prima piccola Mini, icona dello stile british degli anni 60. Lo sterzo ha il giusto carico per la guida sportiva, l’assetto è piatto e il rollio quasi inesistente. Aggredire le curve più strette è un divertimento, il passo corto e il differenziale autobloccante fanno dimenticare il sottosterzo.
Se il muso tende ad allargare la traiettoria basta alleggerire leggermente la pressione sul gas per avere un posteriore molto reattivo che riallinea subito, fino a sovrasterzare se si insiste con il rilascio.
Entrando nei tornanti impuntati è facile sollevare la posteriore interna dando un po di spettacolo a chi è dietro. Il cambio dagli innesti corti e precisi è piacevolissimo da usare, la rapportatura è piuttosto corta, la sesta marcia non è di riposo, si raggiungono i 223 km/h a 5900 giri in sesta marcia.
Il motore è sempre pronto quindi, unica pecca è un regime piuttosto elevato in autostrada, dove viaggiando a 130 km/h si sta intorno ai 3500 giri. E’ proprio questo splendido propulsore a fare la differenza tra una Mini normale ed una S. Sviluppato dalla BMW in collaborazione con il gruppo Peugeot-Citroen (visto anche nella RCZ e RCZ-R) e prodotto nello stabilimento di Hams Hall in Inghilterra, è un ottimo lavoro di ingegneria.
Dotato di turbo (non più compressore volumetrico come nella serie precedente) eroga 174 cv a 5500 giri ed una coppia di 240 Nm a soli 1600 giri, grazie anche al sistema Twin-Scroll che divide i gas di scarico in due condotti, ciascuno per due cilindri, in modo da avere una risposta migliore ai bassi regimi. Numeri che bastano a far volare un’auto di 3,70 metri e 1050 kg, raggiungendo lo 0-100 in soli 7 secondi.
Arriviamo quindi velocemente nella località di Capriglia, sopra Pietrasanta che con un meraviglioso belvedere abbraccia una vista sul mare che va dalle coste di Viareggio a La Spezia. Ci fermiamo qui a fotografare i dettagli, la bella presa d’aria anteriore, il doppio scarico cromato, il grande tachimetro, le numerevoli S rosse sparse sapientemente sulla carrozzeria. Intanto che Marco ed Edoardo le girano intorno catturando tutti i dettagli mi metto a chiacchierare con Simone, il quale mi racconta quanto ami la sua Mini.
Di auto sportive ne ha avute, racconta di aver posseduto una Porsche Boxster S, una BMW Z4 3.0, vetture ben più blasonate ed ambite. Nonostante questo non si sente affatto pentito della sua scelta, affermando che il divertimento che gli regala la sua Mini non gli fa rimpiangere i suoi “amori passati”.
Mentre Edoardo e Marco sono alla ricerca dello scatto perfetto il tempo passa e l’orario della Pizzeria prenotata a Viareggio si avvicina, ma si sa, quando la passione domina, l’orologio viene meno, quindi ci ritroviamo a fare una bella corsa, questa volta in discesa e ad apprezzare anche gli ottimi freni.
Testo: Leonardo Stefani
Foto: Edoardo Mascalchi, Marco Dellisanti