In Italia è abbastanza comune trovare per strada una Fiat Cinquecento d’epoca, per questo noi di Car-Shooters abbiamo deciso di proporvi qualcosa di più speciale. La protagonista di questo articolo è infatti una Fiat Nuova 500 D del 1963. Cosa rende questa piccola auto così speciale? Il suo restauro! È perfezione pura.
Oggi ritroviamo un nostro amico, ricorderete infatti Damiano per la sua fantastica Alfa Romeo Giulia GT Junior 1300, che oggi ci sorprende con un modello storico che sembra però più nuovo della mia Peugeot RCZ nonostante vanti 50 anni di più. La sua Fiat Nuova 500 D, dopo due anni di restauro, appare perfetta, curata in ogni minimo dettaglio. La carrozzeria, che ha subìto un ulteriore trattamento, è resa ancora più lucida e resistente agli agenti inquinanti e allo sporco.
Gli interni ricreati nel rispetto della storia dell’auto in ogni particolare, il motore ricondizionato pronto a macinare moltissimi km, tutto è stato curato senza trascurare niente. Neppure gli adesivi che ricordano dei limiti di giri da rispettare nel rodaggio (originali dell’epoca) e il piccolo cartellino sotto al volante che raccomanda quale olio utilizzare e quando cambiarlo. Per la prima volta entro in un’auto con più di 50 anni e sento il profumo di nuovo, quell’odore che abbiamo la fortuna di sentire quando ritiriamo l’auto dal concessionario. Incredibile.
Poi ovviamente è una Fiat 500 D, un’auto che ha fatto la storia in Italia. Il “Cinquino” è stato la soluzione di Fiat al problema di realizzare una vettura super economica e con bassissimi costi di esercizio per accontentare i bisogni delle famiglie operaie italiane degli anni ’50. Perché Nuova 500? Il termine Nuova è stato inserito per differenziare questo modello dalla 500 Topolino. Il primo modello, presentato nel 1957, aveva la sigla N, vantava un allestimento totalmente spartano e costava una cifra pari a 13 stipendi di un operaio dell’epoca.
Dopo la presentazione negli anni successivi di un modello più accessoriato (le versioni diventarono “Normale” ed “Economica”) della versione “Sport” per i più sportivi e la “Giardiniera” per chi necessitava di più spazio, nel 1960 viene presentata la Fiat Nuova 500 D. Questa versione sarà venduta in allestimento Berlina e “Giardiniera” e prenderà il motore della precedente versione Sport (499cc 17,5cv). Vengono introdotti nuovi accessori di serie, migliora il comfort di guida e dei passeggeri anteriori e posteriori; fanno la loro apparizione nuove spie e la luce di cortesia ad accensione automatica all’apertura dello sportello lato guida, una migliore gestione degli spazi riposizionando il serbatoio, lavavetro a pompetta manuale e tergicristalli a ritorno automatico.
Optional erano le ruote con contorno bianco e l’autoradio. Col tempo vengono introdotte nuove versioni, la F nel ’65 (la prima con l’inversione dell’apertura delle porte, più simile a quelle dei nostri tempi), la L del 68 (più rifinita e lussuosa) e infine il ritorno ad una versione più spartana con la R del ’72. La 500 ha segnato una svolta nel modo in cui gli Italiani hanno pensato all’auto. Nei primi anni 60 l’Italia del dopo guerra vedeva la rinascita col cosiddetto “Boom” economico e il problema della mobilità individuale era sempre più presente.
La Vespa e la Lambretta erano un successo ma non sopperivano alla vera necessità di un’automobile. Fiat in quei tempi presentò la 600 (che sostituì la Topolino) ma era evidente il fatto che essa, per via dell’elevato costo, non andava a coprire quella fetta di mercato composta dalle famiglie operaie. Serviva una soluzione “minima” ma pur sempre un’automobile. Ed ecco la Fiat Nuova 500. Per tutti questi motivi Damiano ama la sua piccola vettura e certamente con un restauro così curato le porge un doveroso omaggio.
Appare incredibile ora osservare quella minuscola vettura e immaginare come intere famiglie la usassero per spostarsi verso le mete estive, con bagagli e tutto l’occorrente. La 500 è più di una vettura e non ci stupisce che il marchio Fiat tutt’ora abbia deciso di rilanciare quel nome, in una versione al passo con i tempi, come abbiamo visto nella versione Abarth. Il fascino di questa piccola grande auto è davvero senza tempo.
Testo: Edoardo Mascalchi
Foto: Edoardo Mascalchi, Francesco Giovannini
Video: Marco Pagani
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