Da 0 a 100 in 2,9 secondi. È il dato che mi gira in testa mentre mi avvio verso il Centro Porsche di Padova, per ritirare quello che è il top di gamma delle attuali Porsche 911, la Turbo S per una prova su strada. Non ho mai guidato niente che riesca a sfondare il muro dei 3 secondi e sono piuttosto curioso di sentire quale sia l’effetto. Sono poche le automobili attualmente in produzione in grado di fare un tempo simile; tutte supercars e hypercars di altissimo livello.
Fino ad una decina di anni fa era un record lontano per le automobili stradali, a memoria ricordo che l’unica in grado di fare tanto fosse la Saleen S7, una mostruosa sportiva di produzione americana da 760 CV nella versione twinturbo. Roba praticamente artigianale e facile da incrociare per strada quanto Aladdin sul tappeto volante. Non mi sorprende che con un motore da 580 CV questa Porsche 911 Turbo S (modello 991 II 2016) sia in grado di scattare come un caccia da una portaerei. A mio parere non esiste infatti sportiva capace di scaricare tutta la potenza a terra fin dai primi metri come riesce a fare una Porsche 911.
Si vede già dalla fisionomia da centometrista: muscolosa, larga, piantata a terra con il posteriore come se stesse sui blocchi di partenza. Mentre la guardo da fuori rimango impressionato dalla larghezza dei passaruota, più larghi di una Carrera 4 di 28 mm, dai mostruosi dischi dei freni carboceramici da 410 mm all’anteriore e dalle grosse prese d’aria laterali che una volta a bordo continuano a fare compagnia negli specchietti retrovisori. Non passa inosservata nemmeno nella sobria verniciatura Argento Rodio.
Ma non è certo la forma a rendere possibile la prestazione da dragster quanto la particolare ripartizione dei pesi. Il motore a sbalzo posteriore porta circa il 60% del peso complessivo sulle ruote motrici. Già dai primi anni 70, nei rally su neve, quando la maggior parte delle auto faticavano a trovare la motricità, la Porsche 911 grazie alla coda pesante riusciva a fare i tempi migliori. Oggi, sulla Porsche 911 Turbo S, la ripartizione dei pesi non è cambiata, i cavalli sono 580 e se la sola trazione posteriore non basta, arriva l’anteriore quando serve.
Ovviamente non resisto, voglio subito provare la partenza da fermo. Le concedo una breve passeggiatina per portare in temperatura il motore durante la quale noto un grande comfort alle basse andature con il sei cilindri che quasi non si sente. Nel traffico cittadino, con la Porsche 911 Turbo S, ci si sposta con sufficiente rapidità tenendo il motore tra i 900 e i 1000 giri al minuto, senza il minimo strappo o sussulto. Pronta a schizzare via con 700 Nm se serve. Quasi una potentissima elettrica, senza offesa per la Turbo S. Sfrutto questi minuti per passare lo sguardo nell’abitacolo.
All’interno regna la solita atmosfera di perfezione che si ritrova in tutte le Porsche. Non si tocca niente che non sia rivestito di materiale pregiato. Pelle, e carbonio fanno da padroni, in carbonio sono adirittura i tappetini (optional). Il cielo e i montanti sono rivestiti completamente in Alcantara. Il volante è un’opera d’arte da 360 mm corredato di paddles in metallo per le cambiate in manuale. Il sedile riesce a contenere persone di qualsiasi statura ed è possibile regolarlo in svariate posizioni elettricamente. Praticamente impossibile trovare imperfezioni, sbavature o difetti. Se proprio si vuole cercare il pelo nell’uovo, avrebbe meritato un interno più dedicato che la differenziasse dalle altre 911. Nessun dettaglio particolare la distingue infatti dalle “normali” 911.
Nel frattempo la temperatura dell’olio si è assestata su un valore accettabile. Dal comando al volante seleziono la modalità Sport +; il suono adesso diventa più profondo e metallico. Pronta al lancio, sinistro sul freno e destro sull’acceleratore a tavoletta. Il flat six della Porsche 911 Turbo S scatena l’inferno.
Il contagiri sale vertiginosamente fermandosi a quota 7000 giri (alla faccia del turbo) dove avvengono le secche cambiate. Chi guida rimane in un misto tra stupore ed eccitazione. Il “malcapitato” passeggero che invece non si aspetta una tale fiondata rimane letteralmete senza fiato. Il sound è a tratti quasi più aeronautico che automobilistico.
Se il 3.0 delle 911 attuali cerca di nascondere in tutti i modi la sovralimentazione, con lei non importa leggere la scritta “Turbo S” in fondo al contagiri per capire cosa si stia guidando. Turbo è e turbo fa, non se ne vergogna minimanente. Si ha proprio la sensazione che la spinta provenga dall’aria. Il soffio delle due turbine è una presenza costante durante tutto l’allungo che, a differenza di quello che ci si aspetterebbe da un motore turbo, sembra non finire mai. In realtà su strada il tutto dura pochi secondi e pochi metri, che basterebbero già a farsi tagliare la patente; per intendersi a 200 orari si arriva in appena 9.9 secondi.
Anche senza leggere il tachimetro ci si accorge della velocità raggiunta dallo spazio necessario per fermarsi. Non che non freni, anzi, gli spazi d’arresto sono ridottissimi e la frenata grazie agli enormi carboceramici è mostruosa. Il vero problema è che viste le incredibili performance alle medio basse velocità accelera quanto frena. In genere, su un’auto di tutti i giorni, lo spazio per fermarsi da una velocità “x” a zero è molto più ridotto rispetto a quello necessario a raggiungerla. Non in questo caso, ed il rischio è di arrivare lunghi se ci si gode per qualche secondo di troppo la brutale accelerazione.
Mi incammino alla ricerca di una strada ricca di curve, quello che ci vuole per assaporare le doti di una sportiva e metterla a suo agio nel percorso che sicuramente preferisce. Purtroppo mi tocca affrontare prima un noioso tratto autostradale. Difficile non tenere andature da autobahn senza utilizzare il cruise control. Ad ogni carezza all’acceleratore corrisponde una corposa spinta in avanti a qualsiasi velocità. Alle andature più sostenute il comfort rimane sempre elevato, i fruscii sono impercettibili e la calda voce del sei cilindri è una piacevole compagnia. Finita la “noia” autostradale inizia il vero divertimento. Impressionante la facilità con cui si riesca a sfruttare un’automobile da 580 cavalli.
È talmente ben fatta telaisticamente che nonostante la potenza, a meno di non provocarla volontariamente, non si riesce a percepire la differenza con i controlli elettronici inseriti o disinseriti. Guidando puliti, come è consigliabile fare se non si vuole perdere tempo, vista la particolare ripartizione dei pesi che comporterebbe vistose imbardate del posteriore, si viene scaraventati tra una curva e l’altra rimanendo sui binari. Il motore è incredibile, divora i rettilinei in pochi secondi, i freni sono instancabili e permettono di entrare in curva modulando finemente la frenata mentre lo sterzo, diretto come quello di un kart, comunica qualsiasi cosa accada sotto le ruote. A completare il quadro ci pensano le ruote sterzanti posteriori.
Occorrono alcuni chilometri per abituarsi. Quando si entra nelle curve più strette sembra quasi di aver dato un colpetto di freno a mano o aver accennato un pendolo. Una volta entrati in sintonia si apprezza come un’automobile da quasi 1700 Kg riesca a diventare agile come un felino. È il momento di tirare le somme e confrontarla con la meno estrema 911 4S che abbiamo potuto provare. La Porsche 911 Turbo S è un’automobile perfetta, incredibile dal punto di vista prestazionale e capace di tenere testa, e forse anche superare, le attuali supercars in commercio.
La 4S rimane più “civile”, le prestazioni sono elevatissime ma lontane dall’esuberanza della Porsche 911 Turbo S. Nella guida sportiva il comportamento rimane più o meno simile, la Turbo dà l’impressione di essere più piantata a terra e le quattro ruote sterzanti di serie le conferiscono una grande agilità. Il vero fattore decisivo è il prezzo. La Porsche 911 Turbo S con un prezzo di 211.308 euro che sale a più di 216.000 dell’esemplare in prova supera di ben 83.000 euro il costo di una 4S. Certo, la dotazione di serie della Turbo S è molto completa, ma la differenza rimane sempre enorme. A parere mio per un utilizzo stradale la 4S ha tutto quello che serve e forse risulta anche più equilibrata. Certamente però l’esclusività si paga. Se amate quindi le emozioni da aereo supersonico e non volete chinare la testa quando incrociate tori o cavallini è sicuramente la Porsche 911 Turbo S la vostra compagna ideale.
Un ringraziamento speciale al Parco di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli per averci permesso di effettuare il servizio fotografico.
Testo: Leonardo Stefani
Foto: Edoardo Mascalchi
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