Con questo servizio su Car-Shooters vogliamo iniziare una nuova avventura fotografica nel mondo delle auto storiche. Un mondo fatto di storie, persone, odori, passione che i veri patiti di auto ricercano come aria da respirare. Le auto che osserviamo in strada oggi, che guidiamo tutti i giorni, provengono tutte da molto lontano, da un lungo processo di perfezionamento, da adattamenti a quella che è stato il cambiamento della società con il passare del tempo. Ancora oggi andiamo a comprare la 500, andiamo a comprare la Mini, il Maggiolone. Nomi che hanno fatto la storia dell’ automobile.
Per capire il presente non possiamo prescindere dal passato. Tante volte giudichiamo automobili con venti o trent’ anni come ferri vecchi, da destinare allo sfascia carrozze. Invece no. Hanno ancora molto da dire e da insegnare, come le persone di “una certa età”. In questi servizi vogliamo raccontare e mostrare questo mondo che sa di benzina e ferro, parlando di storie, aneddoti, persone e ovviamente luoghi e itinerari.
Come iniziare questa serie di esperienze storiche?
Abbiamo cercato qualcosa che possa essere appunto catalogato da molti come “un ferro vecchio” ma che invece secondo noi, non lo è affatto. Qualcosa non impossibile da reperire per un nostro servizio fotografico e soprattutto di modesto investimento per chi volesse intraprendere un’esperienza con un’ auto storica.
La scelta è ricaduta su la BMW serie 5 E12 del 1980 di Leonardo, che si presterà ai nostri scatti nell’affascinante scenario di Torre del Lago.
Anche questo è un luogo magnifico: con il suo Teatro all’Aperto che si affaccia ai bordi del lago di Massacciuccoli e dedicato al grande Maestro d’Opera Giacomo Puccini che qui visse e compose le sue famose arie.
Arie che qui continuano a risuonare ogni anno nel Festival d’Opera Lirica in suo onore.
Ma c’è anche un limpido mare a poterci fare da sfondo. Ed è questa atmosfera un po’ retrò che ben si addice al nostro tema.
Giornata stupenda per scattare foto. Ci diamo appuntamento di prima mattina al grazioso B&B Vittoria, vicino sia al lago sia al mare dove si terrà il nostro photoshoot. Abbiamo ben dormito e fatto una deliziosa e abbondante colazione nella terrazza. È ora di iniziare !
Un colpetto di clacson ed ecco la vecchia signora presentarsi puntuale al cancello. Fanno capolino i doppi fari e la scritta 520 sulla calandra, accompagnati da quel minimo zoppicante tipico dei motori a carburatore, ormai da molto dimenticato. Per prima cosa domandiamo a Leonardo come mai abbia scelto quest’auto e lui scherzando risponde: “Volevo fare rapine”. Ahahah!
È vero, a guardarla bene sembra proprio un’auto da rapina, una delle poche all’ epoca che potevano tenere testa alle alfetta della polizia. Comparve anche in alcuni film polizieschi, per citarne uno “Gli angeli del male”, nel quale una 520 color grigio oro veniva usata dalla banda del Vallanzasca per uno spettacolare inseguimento tra banditi.
Il reale motivo dell’acquisto ci spiega essere la necessità di trovare un’auto “tutto fare” al prezzo di un’utilitaria usata, da alternare ad un’automobile sportiva a due posti.
Da appassionato quale dimostra di essere, non pensando nemmeno lontanamente a considerare utilitarie plasticose e scontate, vendute spesso oltretutto a caro prezzo, si è messo alla ricerca di un veicolo storico.™
Ci confida di essere partito dall’ idea di voler acquistare un’ Alfa Romeo, idea poi decaduta per i problemi di ruggine che presentano le vetture del biscione e le italiane in generale degli anni ’70 e ’80 soprattutto se tenute all’ aperto. Serviva qualcosa di più robusto quindi, in una parola di più tedesco.
Il campo della ricerca, limitata da prezzo, affidabilità e gusto personale si restringeva dunque alla Mercedes serie W123 e alle BMW serie 3 E21 o serie 5 E12. Dopo un mese di ricerca e di visione di auto più o meno mal ridotte in giro per l’ Italia ecco che trova ciò che cerca e forse anche di più.
La vettura che vi presentiamo in questo articolo non ha mai subito alcuna fase di restauro, è stata maniacalmente conservata dai tre precedenti proprietari in condizioni impeccabili.
Veniamo quindi a lei: presentata nel 1972 in sostituzione della vecchia BMW Neue Klasse e firmata dal designer Paul Bracq la serie 5 veniva offerta ad una fascia di clientela medio alta, auto all’ epoca molto ambita da professionisti e imprenditori. Una curiosità sta nel fatto che è la prima BMW ad inaugurare il noto sistema di denominazione della casa, dove la prima cifra della sigla indica la fascia di mercato del modello e le due seguenti la cilindrata, il “20” infatti sta per duemila.
Possedere negli anni 70 una BMW serie 5 era sicuramente una grande soddisfazione, molti tutt’oggi dicono con orgoglio “mio papà ce l’ aveva”.
Sicuramente rispetto alla serie 5 odierna, considerando la minor diffusione dell’ automobile, era un grande lusso potersi permettere una vettura del genere. Altri tempi per auto di questo tipo! Non era certo come oggi che di BMW serie 5 se ne vedono molte in pronta consegna sui piazzali dei concessionari. Venivano infatti nella maggior parte dei casi ordinate nuove dal primo acquirente, il quale doveva pazientare per tempi di attesa estremamente lunghi.
Al momento dell’ acquisto ci si trovava davanti una lista degli optional piuttosto differente da quelle a cui siamo abituati, molte cose che ormai diamo per scontate e “di serie” non lo erano affatto. Per fare alcuni esempi, erano considerati optional il contagiri, lo specchio retrovisore destro, la quinta marcia.
Oggi possiamo scegliere tra quattro tipi di schermo per il navigatore, al tempo, su auto di questo genere si sceglieva tra quattro tipi di cambio! Era proposto infatti un classico quattro marce manuale o un cinque marce con quinta di riposo, un cinque marce sportivo (con prima marcia in basso a sinistra) o un automatico.
Accessori che adesso sono offerti di serie anche sulle utilitarie erano proposti a caro prezzo: aria condizionata, servo sterzo, chiusura centralizzata e vetri elettrici si pagavano a parte.
L’ esemplare che oggi vi presentiamo, come la maggior parte al tempo, ne è privo. Da notare però la stranezza della regolazione elettrica degli specchi esterni di serie: per regolare l’ inclinazione di uno specchietto si usa un moderno joistick mentre per tirare giù un finestrino, a meno di non ricorrere agli optional, si usa una classica manovella.
Nel 1972, al momento del lancio sul mercato, l’ unica motorizzazione disponibile era un duemila a quattro cilindri, in versione a carburatore (520) con 115CV e ad iniezione meccanica (520i) con 130CV, quest’ ultima capace di raggiungere i 185 km/h. Non un record ma sicuramente un’ ottima velocità di punta, considerando che il 2.0 della diretta concorrente Mercedes 200 W123 erogava 109CV spingendola a 168 km/h. Un anno dopo nel 1973 è la volta della 525, con motore 2500cc a sei cilindri con 145CV e della più piccola 518, con motore a quattro cilindri 1800cc con 90CV, sicuramente sottomotorizzata vista la stazza ma anche la più diffusa sul mercato italiano, all’ epoca tartassato da forti tassazioni sulle automobili con cilindrata maggiore o uguale a duemila.
Nel 1975 entra in listino la 528, sei cilindri 2800cc con 165CV, dotata di servo sterzo e quattro freni a disco di serie. Nel 1976 la vettura subirà un leggero restyling, concentrato prevalentemente sulla parte anteriore dove verrà aggiunta una nervatura sul cofano in corrispondenza del doppio rene.
Per quanto riguarda la parte posteriore vengono introdotti dei fari più grandi e viene spostato il bocchettone del serbatoio sul fianco destro. Nel 1977 compare la 520 sei cilindri a carburatore con 122CV, nota anche come 520/6 che va a sostituire la 520i a quattro cilindri. Nel 1979 viene presentata la prima serie 5 siglata M, la M535i dotata di motore sei cilindri 3500cc con 218CV in grado di portarla a 222 km/h. Nel 1981 uscirà di listino, rimpiazzata dalla seconda serie E28.
Come è possedere oggi un’ auto del genere? Bisogna partire dal presupposto che molte volte non è lei a servire noi, ma siamo noi a dover servire lei, con cure e riguardi che su auto più moderne non sono necessari. Per fare un esempio è bene viaggiare con una lattina d’olio nel bagagliaio, ogni 1000km un litro d’ olio lo gradisce volentieri.
Andare a farci la spesa in centro città d’ estate è sconsigliabile, la mancanza di servosterzo e aria condizionata implicano che al primo parcheggio si scende come se avessimo fatto un’ ora di palestra. Nella guida fuori città risulta molto gradevole, il cambio è ottimo, migliore di molti manuali di oggi, morbido e preciso. Lo sterzo privo di servo assistenza risulta leggero non appena ci si muove, pur essendo abbastanza demoltiplicato, è molto preciso e privo di gioco.
Si riscopre il contatto ravvicinato con la meccanica, niente interferenze elettroniche tra chi guida e la macchina. Dimenticatevi la sicurezza di marcia delle BMW attuali, la tenuta di strada non era il punto forte già ai suoi tempi! Oggi siamo abituati a retrotreni incollati all’ asfalto, ma per lei non è così, il sovrasterzo è sempre dietro l’ angolo, sia in entrata in curva, se si entra troppo “impuntati”, sia in uscita se si esagera con il gas.
Complice di questo comportamento è il bilanciamento delle masse che gravano per lo più sull’ avantreno e uno schema al posteriore non troppo raffinato. Per giudatori smaliziati risulta molto divertente. Spesso queste BMW, come le serie 3 della stessa epoca venivano e in alcuni casi vengono ancora utilizzate come “palestra” per imparare la tecnica di drift. Particolare attenzione va comunque sia prestata in caso di strada bagnata.
Pericolosa quindi? No! Il tutto avviene molto lentamente, come su tutte le auto di 30 anni fa. Le gomme strette con fianco alto e l’assetto morbido danno largo preavviso dell’ eventuale perdita di aderenza e non importano riflessi e velocità da pilota di formula uno per recuperarla, basta sapere cosa fare.
Coinvolgente è anche il motore, gira molto alto, i suoi 122CV li tira fuori a 6000giri e sarebbe in grado di allungare fino a 6400giri, regimi molto elevati per una vettura di serie all’ epoca. E la linea? Non si può dire che non sia fotogenica, moltissimi sono i dettagli da fotografare, non sfigura affatto vista accanto ad automobili recenti, il mix di eleganza ed aggressività è estremamente riuscito.
Il frontale basso e accigliato sembra volersi mangiare la strada. Viaggiando in autostrada a velocità sostenuta chi se la vede arrivare da dietro non esita a darle strada; vista nello specchio retrovisore fa la sua impressione, immediatamente si capisce di avere a che fare con una BMW, per sua natura non molto paziente in corsia di sorpasso. Il largo uso di cromature arricchisce il tutto e non ci vuole un occhio molto esperto per catalogarla come una berlina sportiva di lusso.
È stato divertente scoprire e fotografere piccoli dettagli, il pomello che aziona i fanali, la leva del cambio in legno, la cassetta degli attrezzi completa nel vano bagagli, i vari comandi strettamente in tedesco e altro ancora. Le ore di lavoro sono passate rapidamente in compagnia di questa vecchia signora che ha fatto voltare e incuriosire molti passanti nel centro di Torre Del lago. A fine giornata, così come era arrivata se ne va, con un colpetto di clacson e il borbottio del suo sei cilindri a carburatori.
Testo: Edoardo Mascalchi, Leonardo Stefani
Foto: Edoardo Mascalchi
BMW 520/6 E12:
Dati Tecnici:
-Motore anteriore longitudinale 6 cilindri in linea raffreddato ad acqua
-Alimentazione a carburatore Solex con starter automatico
-Potenza 122CV @ 6000rpm
-Coppia massima 160 Nm @ 4000rpm
-Velocità massima 180 km/h
-Accelerazione: 0-100km/h 12.5s
-Cambio manuale a 5 rapporti overdrive
-Trazione posteriore
-Sospensioni anteriori e posteriori indipendenti
-Freni anteriori a disco, posteriori a tamburo
-Sterzo a cremagliera
-Pneumatici 195/70 R14
-Serbatoio carburante 70L
-Lunghezza X larghezza X altezza: 462 X 169 X 142 (cm)
-Passo 264 cm
-Massa a vuoto 1310 kg