Nel Museo Piaggio spicca un cartellone con scritto: “Chi Vespa mangia le mele. Chi non Vespa, no.” Questo celebre slogan del ’68 raccoglie un intero mondo. La frase fece la storia della pubblicità italiana in quanto rappresentava perfettamente lo stile di vita dei possessori di Vespa, caratterizzato da valori come la libertà, la bellezza e il rispetto per il mondo che ci circonda.
Filippetti, l’ideatore dello slogan, raccontava che i “No” dello slogan erano gli adulti, visti da lui come grigi e noiosi. A pochi mesi di distanza dall’anniversario dei 70 anni dalla nascita, anche noi di Car-Shooters, dopo la 500D, abbiamo deciso di omaggiare un’altra piccola grande icona del Made in Italy: la Vespa, simbolo di stile ed eleganza italiano.
Ci troviamo al Museo Piaggio di Pontedera, uno dei tre siti produttivi del marchio, dove è possibile visitare un intero spazio dedicato alla Vespa ed altri prodotti. Nel 1884 Rinaldo Piaggio fonda a Genova la società omonima, dedicata alla produzione di arredamenti navali, per poi dedicarsi anche a vagoni ferroviari, motori e carrozzerie per autocarri. Con la Prima Guerra Mondiale, Piaggio decide di entrare anche nel mercato aeronautico fondando una fabbrica dedicata proprio a Pontendera, diventando, soprattutto nel periodo della Seconda Grande Guerra, leader del settore in Italia, tanto da diventare obbiettivo strategico nei bombardamenti nemici.
La distruzione di tutti gli stabilimenti portò i figli di Rinaldo a riconsiderare tutta la produzione del marchio Piaggio, concentrando gli sforzi sulla mobilità individuale. Gli intenti erano simili a quelli della 500 di cui vi abbiamo raccontato, la creazione di un mezzo a basso costo e di largo consumo. I progettisti desideravano ripensare un veicolo a due ruote simile ad una motocicletta ma evitando tutti i difetti presenti all’epoca: equilibrio precario a causa delle ruote alte, difficoltà nel sostituire una ruota in caso di foratura, facilità nello sporcarsi a causa della catena a vista.
Dal progetto di Corradino D’Ascanio nacque una soluzione totalmente rivoluzionaria e in contrasto con qualunque altro mezzo a due ruote presente sul mercato. Alla vista del primo prototipo (chiamato MP6) Enrico Piaggio, osservando la parte centrale molto ampia e la vita stretta esclamò: “Sembra una Vespa!”. Fu la nascita di un mito con più di 18 milioni di unità vendute. Il modo migliore per rivivere questa storia è la visita al Museo Piaggio di Pontedera.
Sui due livelli della struttura è possibile infatti fare un vero viaggio all’interno del mondo Vespa e non solo. Al piano inferiore si può rivivere tutto il mondo Piaggio, con un angolo dedicato alla gamma attuale e poi spazio all’Ape e al Ciao.
Curiosa l’Ape costruita per essere data in dotazione alle forze dei Vigili del Fuoco, così come catturano l’attenzione gli altri esemplari con colorazioni caratteristiche.
La grande protagonista del piano però è la Vespa, con tutti i modelli storici e le versioni speciali. E’ infatti possibile ammirare i primi prototipi degli anni ’40 come l’MP5 “Paperino” e l’MP6, uscito dal progetto di D’Ascanio o i modelli più iconici come la 98cc Prima Serie, la GS 150, la Vespa 50 (detta il “Vespino”) fino ad arrivare alla Vespa 200 Rally con accensione elettronica.
Trovano spazio anche delle Vespa utilizzate nelle produzioni cinematografiche come “Vacanze Romane” con Audrey Hepburn e Gregory Peck o persino modelli con la carrozzeria dipinta da autori famosi o realizzazioni di stilisti e designer.
Il piano superiore è interamente dedicato al marchio Gilera con qualche apparizione della produzione Bimota (recentemente menzionata in quanto ha realizzato un esemplare unico e molto speciale della Peugeot RCZ in collaborazione con Peugeot Italia).
Il Museo Piaggio di Pontedera è sicuramente un luogo di culto per gli appassionati delle due e quattro ruote e merita di essere visitato ed apprezzato.
Testo: Edoardo Mascalchi
Foto: Edoardo Mascalchi
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