Alfa Romeo MiTo VELOCE: già il nome di questa Hot Hatch che abbiamo in prova su strada promette piuttosto bene e fa drizzare le antenne agli appassionati di Alfa Romeo. La MiTo non è certo una novità, ormai la conosciamo bene tutti dal 2008 quando il progetto Junior venne ribattezzato MiTo (Milano Torino) e messo su strada. C’è chi l’ha apprezzata perché ha aperto le porte del Biscione ad una clientela più giovane e chi no, probabilmente a causa della troppo stretta derivazione dalla Fiat Grande Punto.
Le novità del 2016 sono legate invece al grande rilancio del marchio Alfa Romeo iniziato con la presentazione della Giulia e che ha visto coinvolte anche le più piccole di casa, Giulietta e MiTo. Il nuovo restyling infatti è ricco di richiami alla sorella maggiore Giulia, a partire dalla grande calandra e presa d’aria anteriore a nido d’ape, adesso più larga e priva di cromature, dettaglio che da solo fa percepire la Mito più piazzata sulla strada rispetto al design precedente, fin troppo aggraziato.
Anche i loghi sono ovviamente modificati, lo stemma adesso ha fondo argentato per quanto riguarda gli esterni e il logo in bianco e nero sul volante, come la Giulia e le Alfa di ormai tanti anni fa.
Ad un rapido sguardo si presenta molto giovanile, vivace e frizzante, un progetto che porta egregiamente i suoi otto anni e che è sicuramente capace di conquistare i cuori dei più giovani, soprattuto i più sportivi. La gamma della Mito grazie ad una ricca varietà di motorizzazioni ed allestimenti, offre soluzioni per tutti i gusti e le esigenze, si va dalla benzina al gasolio, passando dal GPL, dal classico cambio manuale al moderno doppia frizione.
La gamma si articola principalmente in tre allestimenti: Mito, Super e Veloce. La Mito, allestimento entry level, offre già di serie clima manuale, 7 airbag, il selettore DNA e, cosa non comune, il differenziale elettronico Q2. La Super per quanto riguarda l’aspetto esterno, offre in più cerchi in lega da 16 e calotte degli specchietti in cromo satinate. All’interno invece è dotata di sedili in tessuto grigio ed ecopelle nera con logo Alfa Romeo stampato sui poggiatesta anteriori; gli amanti della tecnologia potranno contare in più su cruise control e sistema di infotainment Uconnect con touchscreen da 5 pollici. E poi… c’è la Veloce, e qui non cambiano solo pochi particolari, cambiano molte cose per accontentare le esigenze dei più sportivi, o per meglio dire dei più alfisti. Paraurti posteriore con estrattore, doppio terminale di scarico, proiettori anteriori con look in carbonio, calotte degli specchi con finitura antracite lucida, volante sportivo in pelle, pedaliera in alluminio, sedili in tessuto e Alcantara con cuciture rosse e scritta cromata “Veloce”, la rendono più aggressiva che mai e la distinguono dal resto della gamma.
La differenza fondamentale sta però sotto al cofano, dove è alloggiato il propulsore a lei dedicato, un 1.4 turbo MultiAir da 170 CV e 250 Nm di coppia con cambio a doppia frizione TCT (Twin Clutch Transmission). A sfruttarlo ci pensano le sospensioni sportive abbinate a cerchi da 17 pollici e l’impianto frenante maggiorato Brembo. Optional quasi obbligatorio sono le Alfa Active Suspension, un sistema di sospensioni avanzate che cambiano il loro comportamento a seconda del fondo stradale e dei requisiti di guida, agendo sullo smorzamento dell’ammortizzatore in real time.
Una volta a bordo tutti trovano la giusta sistemazione, il volante è regolabile in profondità ed altezza, i comandi sono tutti al posto giusto e si apprezza subito la comodità dei sedili sportivi. Molto bella e completa la strumentazione, meno lodi merita il navigatore satellitare, in questo caso obsoleto rispetto ad altri sistemi e soprattutto collocato in una posizione poco pratica se deve essere consultato durante la guida. Un bello schermo ad alta definizione collocato nella parte più alta del cruscotto sarebbe stato l’ideale.
È il momento quindi di partire e la prima cosa che provo è fare quello per cui è concepita, cioè andare Veloce. Cambio TCT in modalità manuale e il noto manettino DNA su Dynamic. Questi due dispositivi, siglati TCT e DNA, collaborano costantemente tra loro per adattare la dinamica di marcia alle esigenze del guidatore. In particolare il cambio TCT si regola in base allo stile di guida: accelerando a fondo le cambiate saranno rapide, mentre con pressioni minime sul pedale le cambiate avvengono in modo dolce. Un gran bel lavoro!
Guidando in modo aggressivo in modalità manuale mi sarei aspettato più cattiveria e rapidità nella cambiata, non si può certo definire un cambio fulmineo; soprattutto nello scalare le marce anche in modalità Dynamic prevale il comfort piuttosto che l’aggressività. Anche dai freni Brembo mi sarei aspettato qualcosa di più, non si può dire che non siano efficaci, la decelerazione è piuttosto consistente, è eventualmente il feeling del pedale che potrebbe essere migliore, non ha una grande consistenza e risulta un po’spugnoso. Eccetto queste pecche è un gran bell’andare, l’assetto è un ottimo mix tra comfort ed efficacia. La tenuta di strada è elevatissima e soprattutto le reazioni sono sempre semplici da correggere, chi guida non si trova mai in difficoltà. Raramente bisogna ricorrere a particolari correzioni, il divertimento è garantito ed avviene in totale sicurezza.
L’unica cosa alla quale è bene prestare attenzione sono gli angoli ciechi anteriori nelle curve più strette, i montanti infatti sono piuttosto massicci e penalizzano leggermente la visuale.
Il differenziale elettronico Q2 svolge egregiamente il suo compito fiondando fuori dalle curve più strette la MiTo con una motricità sorprendente per una trazione anteriore.
Peccato per gli pneumatici montati sull’esemplare in prova, cioè le Continental Eco Contact 5, pensate più per l’economia di esercizio che per la performance; nelle situazioni di guida più spinta, in ingresso di curva con l’anteriore caricato, mi sono trovato a poggiare la spalla dello pneumatico sull’asfalto; decisamente inadatti quindi alle performance della Veloce. Il cambio, oggetto di qualche critica nell’utilizzo più sportivo, dà il meglio di sè in città e nel ciclo extraurbano utilizzato in automatico. Un gran comfort, cambiate sempre puntuali e freno motore quando serve. Guidare la MiTo in queste condizioni risulta particolarmente soddisfacente tanto da non rimpiangere automobili di categoria superiore.
Ma è così “VELOCE”? Decisamente sì, forse nella guida più spinta avrebbe potuto fare di meglio, ma per una veloce trasferta autostradale non teme confronti nella sua categoria; il motore gira leggermente alto, a 130 km/h quasi 3500 giri, ma la ripresa è fulminea. Sino dalle basse velocità la spinta è corposa e in un lasso di tempo inaspettatamente breve ci si ritrova in sesta marcia a 6000 giri, in corrispondenza della sua velocità massima. Il prezzo di 24.800 euro non è certo basso per questa categoria ma bisogna considerare che la MiTo Veloce offre una dotazione di serie piuttosto ricca rispetto alla concorrenza, comprensiva di cambio TCT e tutto il necessario per entrare alla grande nel mondo Alfa Romeo.
Testo: Leonardo Stefani
Foto: Edoardo Mascalchi
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